linee guida legionella 2017 cosa è cambiato dallo scorso anno?
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Legionella, cosa è cambiato nel 2017

Da qualche tempo l’opinione pubblica è impegnata in altre faccende e difatti, tra meningococchi e vaccini vari ed eventuali, non si è praticamente più parlato di legionella, se non strettamente a livello locale. Forse il problema è sparito da nostro Paese? Siamo tutti fuori pericolo? Il batterio è stato eradicato dall’Italia? Assolutamente no, non illudetevi, è solo che, come detto, ci sono altre cose che distolgono l’attenzione. Eppure in questo nuovo anno non è che non ci siano stati casi di Legionella Pneumophila. E per quanto riguarda le linee guida legionella 2017 del Ministero della Sanità? Nulla di variato. Vediamo più nel dettaglio.

 

La legionella è sempre presente in Italia

 

Iniziamo subito col dire che la legionella non è stata per niente debellata e che è ancora presente nel nostro Paese. Un caso abbastanza emblematico è quello di una palestra di Prato dove al momento sono in atto i lavori di bonifica. La storia ha inizio a novembre dello scorso anno quando un uomo, un addetto all’impianto idrico che aveva prestato servizio all’interno della palestra. L’uomo, poco dopo il servizio, aveva iniziato a manifestare i sintomi della malattia. L’artigiano però non è stato ricoverato a Prato, ma presso la struttura ospedaliera di un altro centro urbano. In seguito a questo caso erano stati effettuati tutti i controlli previsti dalle linee guida che, ricordiamo, sono state aggiornate lo scorso anno. In seguito all’ordinanza del sindaco, quindi, l’impianto idrico della palestra era stato controllato, bonificato e controllato ulteriormente. Tutto era a posto.

Un altro caso di legionella però è stato registrato il 24 febbraio di quest’anno: in Comune è stato segnalato il caso di un uomo di Prato di 47 anni che era stato ricoverato per sospetta legionellosi, sospetto poi confermato in seguito alle verifiche eseguite nel nosocomio. L’uomo, manco a dirlo, frequentava la palestra protagonista del primo episodio di legionella. Impossibile, però, stabilire con certezza dove l’uomo abbia contratto il batterio, per cui quello della palestra resta comunque solo un sospetto avvalorato dal caso precedente, quindi con una ragionevole probabilità che sia davvero quello il focolaio, ma senza effettiva conferme. Per questo secondo caso il sindaco ha emesso una nuova ordinanza mediante la quale impone la chiusura dei locali della struttura sportiva. Ogni attività della palestra è stata così bloccata.

 

Che controlli verranno effettuati stavolta?

 

Come sappiamo, i problemi nascono nel momento in cui il batterio della legionella prolifica. Questo accade quando la temperatura dell’acqua si trova tra i 25 e i 50 gradi celsius, creando quindi un’ambiente favorevole per il batterio. Il rischio è dato da tubature obsolete che consentono il ristagno dell’acqua in alcuni punti, ristagno dove il batterio si può serenamente annidare. Il pericolo arriva quindi dall’acqua: docce, piscine, saune, ma anche dagli impianti di condizionamento. Vi è l’obbligo per legge di contenere e prevenire il rischio di legionella, obbligo a cui deve ottemperare il datore di lavoro o il titolare di un impianto pubblico.

Nello specifico caso della palestra però il titolare aveva ottemperato a tutti gli obblighi di legge per quanto riguarda la bonifica dei locali. Tuttavia, essendosi verificato questo nuovo secondo caso, verranno effettuati controlli su tutto l’impianto idrotermosanitario. Sta volta si procederà con lo svuotamento, disincrostazione, pulizia di tutti i serbatoi sia del’acqua calda che dell’acqua fredda. Verranno inoltre controllate tutte le docce con i loro diffusori, il controllo ed eventuale sostituzione dei rompigetto dei rubinetti qualora fossero lesionati. Una volta bonificati tutti gli impianti, verranno effettuati nuovi controlli mediante il prelevamento di campioni dell’acqua, solo se questi daranno esito negativo alla presenza del batterio, i locali della palestra verranno riaperti.

Ci vorrà quindi diverso tempo prima che la palestra possa riaprire i battenti dato che l’impianto sportivo non si approvvigiona di acqua solamente dall’acquedotto comunale che, ricordiamo, è abbastanza sicuro in quanto periodicamente vengono effettuati dei controlli e bonificato con cloro, ma anche da un pozzo privato. Inoltre la struttura dispone di diversi serbatoi d’acqua che andranno tutti controllati assieme ai relativi impianti. Anche in questo caso verranno effettuati ulteriori controlli dopo la completa bonifica.

 

Cosa dicono le nuove linee guida del 2017?

 

Purtroppo nulla di nuovo, infatti gli ultimi aggiornamenti sul Sito del Ministero, riguardo l’argomento, sono datati 31 ottobre 2016. In realtà quindi nulla è cambiato nella sostanza, le linee guida sono le medesime che dovevano essere seguite lo scorso anno e che facevano riferimento alla normativa revisionata il 7 maggio del 2015. Il Decreto Legislativo di riferimento è il n. 81 del 9 aprile del 2008 che dispone, secondo l’art. 1 della legge del 3 agosto 2007, n. 123, per il riassetto di quelle che sono le norme e le riforme inerenti la sicurezza e la salute dei lavoratori, nonché lavoratrici, sui luoghi di lavoro, e prendendo in esame i reali rischi derivanti dalla legionella.

Secondo tutti questi riferimenti, quindi, il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare l’effettivo rischio della presenza del batterio della legionella in tutti quei siti posti sotto la sua responsabilità.

 

Cosa deve fare il datore di lavoro

 

Così come nel 2016, anche per il 2017 valgono le stesse normative. Il datore di lavoro deve quindi valutare il rischio di legionellosi, se l’impianto non è sostanzialmente cambiato, i controlli devono essere effettuati su tutti gli impianti idrici o aeraulici che non siano stati sottoposti a controllo da più di un anno, sarebbe comunque buona prassi fare controlli annuali. Se le valutazioni di rischio avessero dato esito positivo, si dovrà procedere immediatamente con la bonifica dei siti. Tutto dovrà quindi essere fatto in modo da contenere eventuale rischio di diffusione del batterio. Il personale e tutti i lavoratori dovranno essere adeguatamente formati in modo da evitare le situazioni maggiormente a rischio di contagio.

Si deve quindi tenere presente che il contagio da persona a persona o da persona ad animali non è stato dimostrato. Il rischio per i lavoratori nasce quindi nel solo caso in cui si espongano all’inalazione del batterio tramite aerosol di acqua contaminata, quindi per esempio con inalazione di piccolissime gocce di acqua calda inalate durante la doccia  durante la sauna. L’acqua della piscina, invece, non dovrebbe costituire rischio perché generalmente non al di sopra dei 25 gradi, tuttavia è bene bonificare tutto.

Andranno quindi messi in opera particolari dispositivi atti a prevenire la prolificazione del batterio, come per esempio speciali sistemi filtranti e di disinfezione dell’acqua. Questi sistemi, sia quelli filtranti che quelli di disinfezione delle acque devono essere identificati come dispositivi di protezione collettiva, secondo quanto disposto dal D.Lgs 81/2008 e s.m.i come indicato al Titolo I, Art.15 e Art.18 di questa legge. Cosa significa? In buona sostanza che questi dispositivi devono essere certificati e per efficacia e per conformità, esempio di certificazione è quella CE.

 

Quali sono i luoghi più a rischio di contagio secondo le linee guida

 

Anche in questo caso non vi sono sostanziali aggiornamenti per il 2017 e quindi ci si deve rifare alle linee guida dello scorso anno. Chiaramente e vi sono delle professioni e dei luoghi di lavoro più a rischio di altri. Tra questi sicuramente gli odontoiatri, così come gli operatori all’interno di palestre con saune o centri benessere o centri termali. Sebbene non siano tra le principali categorie di lavoratori esposti al rischio legionella, anche chi lavora in un ufficio con impianto di condizionamento è a rischio. Sono questi i casi di grandi open space dove si trovano diversi condizionatori, o anche il classico ufficio con un unico condizionatore.

Se si lavora in uno di questi luoghi e si teme per la propria salute si deve richiedere la visione delle certificazioni degli avvenuti controlli. Stesso discorso va fatto quando si decida di lavorare in un ufficio di coworking, quindi in locali in cui non si è soliti lavorare e che possono variare da una volta all’altra. Richiedere le certificazioni in questi casi è assolutamente necessario.

Va ricordato che le linee guida vengono aggiornate in virtù delle nuove scoperte scientifiche e delle nuove tecnologie, per cui se rispetto allo scorso anno nulla è cambiato, non ci si deve far trarre in inganno e pensare di essere fuori pericolo. Il rischio legionella esiste sempre per cui sia i datori di lavoro e titolari di strutture pubbliche e private, sia i lavoratori e fruitori in genere, devono sempre prestare la massima attenzione.

 

Cosa bisogna fare per ridurre il rischio di contrare il batterio e per prevenirne la proliferazione

Attenendosi alle linee guida dell’ISS si può fare molto. Risulta fondamentale la valutazione del rischio. Questa, come è facile evincere, non può essere fatta autonomamente ma ci si deve rivolgere a personale professionale esperto. Anche in questo caso però è bene fare riferimento solo a chi ha determinate credenziali e esperienza nel settore dato che si tratta di una questione di salute che può comportare anche la morte nel caso in cui si contragga il batterio. Senza tuttavia allarmarsi, si può chiamare una ditta che si occupa di valutazione del rischio e di bonifica dei siti. Infatti, se una volta effettuate le valutazione di rischio i siti dovessero risultare contaminati dal batterio, si dovrà procedere con la bonifica.

Può essere necessario rimuovere vecchie tubature preferendo quelle di nuova generazione che non hanno troppe curvature e non favoriscono il ristagno dell’acqua. Se si parla di camere di hotel, invece, si può prevenire lasciando scorrere l’acqua calda dalla doccia per qualche minuto con la finestra aperta. In questo modo il rischio di entrare in contatto col batterio si abbassa notevolmente. Tuttavia resta sempre una buona prassi quella di pernottare in hotel che abbiano la possibilità di dimostrare di aver effettuato i controlli annuali, lo si può richiedere tranquillamente anche al momento della prenotazioni qualora non si riesca a reperire informazioni esaustive sul sito web della struttura ricettiva.

Ulteriori informazioni su come bonificare  i siti dal batterio: https://hampton.it/bonifica-legionella/.

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