Linee guida su legionella e impianti di condizionamento
Per ridurre il rischio di contaminazione da legionella è importante attenersi a precise linee guida nella progettazione, installazione e manutenzione degli impianti. Vediamo di seguito le principali misure preventive
Linee guida Legionella: habitat del batterio
Al fine di contrastare lo sviluppo ed il diffondersi dei microbi di legionella negli ambienti dotati di impianti di condizionamento, è necessario che i criteri di progettazione e manutenzione degli impianti tengano in stretta considerazione la biologia e l’habitat di questo pericoloso batterio.
La legionella è un organismo strettamente legato all’ambiente acquatico. In assenza di acqua allo stato liquido, il batterio è infatti incapace di moltiplicarsi e diffondersi. Non meno importanti sono le condizioni di temperatura di esercizio degli impianti, in particolare quando si collocano all’interno degli estremi termici di sopravvivenza di questo microbo, corrispondenti ad un minimo di 6 °C fino ad un massimo di 63 °C circa.
La legionella vive bene anche in compresenza con altri organismi, quali virus, alghe, funghi che spesso popolano il sottile film d’acqua aderente alle condutture e alle pareti umide.
Impianti di condizionamento
Passiamo alle linee guida su legionella ed impianti di condizionamento.
Tra i vari sistemi di condizionamento, gli umidificatori rappresentano la tipologia impiantistica maggiormente a rischio di diffusione di una eventuale contaminazione di legionella. Per innalzare il tasso di umidità dell’aria dei locali questi dispositivi producono un aerosol d’acqua che, se contaminato, consente il rapido trasporto del batterio direttamente all’interno delle vie respiratorie dell’uomo.
Ogni locale chiuso provvisto di impianto di umidificazione presenta diverse criticità. In generale, occorre considerare innanzi tutto le aperture esterne del locale stesso, la valvola di alimentazione dell’aria e la tipologia del nebulizzatore all’interno dell’impianto di umidificazione.
Linee guida legionella: evitare i focolai
- la realizzazione dell’impianto deve attenersi scrupolosamente al progetto tecnico approvato e certificato dagli organi competenti;
- per la realizzazione dell’impianto in cantiere avvalersi esclusivamente di personale specializzato;
- evitare qualsia formazione di ristagno, ricorrendo il meno possibile all’impiego di derivazioni cieche e condotte eccessivamente lunghe;
- ogni componente idraulico deve essere facilmente ispezionabile, smontabile e lavabile;
- ogni sifone presente nell’impianto deve prevedere un raccordo a “T” per consentire una efficace pulizia e spurgo dei depositi;
- ogni contenitore di acqua, con particolare riferimento alle bacinelle di raccolta della condensa, deve essere opportunamente dimensionato al fine di contenere la minima quantità d’acqua necessaria;
- privilegiare sistemi istantanei per il riscaldamento dell’acqua rispetto ai sistemi di accumulo;
- assicurare interventi periodici di pulizia e controllo dell’impianto, in particolare per i componenti ad utilizzo intermittente o saltuario;
- sostituire tempestivamente ogni parte difettosa ed intervenire in caso di rilevamento di dispersioni anche se di minima entità;
- se previsto, rispettare il calendario delle sostituzioni programmate dei componenti soggetti ad usura;
- effettuare trattamenti disinfettanti periodici mediante sistemi chimici (es. clorazione) e/o fisici (raggi UV e calore), con particolare riguardo agli organi di diffusione dell’aria umida e alla rubinetteria dell’impianto;
- prediligere sistemi di umidificazione dell’aria con vaporizzazione dell’acqua a temperatura di esercizio superiore a 50 °C, in modo da effettuare una contemporanea sterilizzazione del fluido durante la formazione dell’aerosol;
- verificare la corretta espulsione del flusso di aria umida proveniente dal sistema di umidificazione. La distribuzione dell’aria deve essere uniforme e non deve favorire ristagni sulle pareti dell’organo espulsore.
Unitamente alle misure preventive sopra riportate, è opportuno effettuare ad intervalli regolari anche specifiche indagini qualitative dall’acqua utilizzata dall’impianto di condizionamento.
Al riguardo, occorre prelevare periodici campioni di acqua a monte e a valle dell’impianto per sottoporli ad analisi biologiche di laboratorio al fine di accertare l’eventuale presenza di legionella. A titolo indicativo, la carica batterica del campione di acqua non dovrebbe oltrepassare il limite di 106 UFC/litro.
Gli impianti di raffreddamento dell’aria
Per quanto riguarda i condizionatori per rinfrescare l’aria valgono i principi generali elencati sopra.
In merito alle analisi di controllo, si precisa tuttavia che l’acqua di condensa derivante dai dispositivi di ventilazione (ventilconvettori), dai condizionatori a split o dalle batterie di raffreddamento non richiede di norma alcun accertamento di laboratorio, poiché questo tipo di acqua ha origine dal processo di condensazione del vapore acqueo presente nell’aria e la probabilità di essere contaminata da cellule di legionella è pressoché nulla.
Gli impianti di riscaldamento dell’aria
Per questa tipologia di impianti di condizionamento il rischio di contaminazione da legionella è sostanzialmente nullo, in quanto questi dispositivi non fanno in genere uso di acqua e prevedono temperature di esercizio sufficientemente alte per impedire lo sviluppo dei germi mediamente resistenti.