La composizione della carta e il suo deterioramento – 2° parte
L’ambiente di conservazione: umidità, temperatura e luce
Data la natura igroscopica della carta, cioè ha la tendenza costante a mettersi in equilibrio con l’acqua in stato vapore presente nell’atmosfera, essa non è mai priva di questo elemento e, mano a mano che essa aumenta, incrementa anche il danno che viene causato al nostro documento o libro.
Esistono tre fasi di assorbimento: nella prima, denominata assorbimento colloidale, la percentuale di acqua all’interno delle fibre è molto piccola e si aggira attorno al 1-4 %, subito dopo abbiamo la fase di imbibizione che arriva fino al 30% e qui, il liquido, viene assorbito in mezzo alle catene di cellulosa come acqua libera, oltre questa soglia si ha l’ultima fase, l’assorbimento capillare, in cui la quantità di acqua può arrivare al 200% e, ovviamente, avviene quando la carta è immersa totalmente nell’acqua.
Ma come può questo elemento provocare danno al nostro libro? Esso è in grado di insinuarsi tra i legami delle molecole base della carta, allentandoli o addirittura rompendoli, distruggendone quindi l’ordine e la struttura, causando così un rigonfiamento del foglio che perde anche la sua elasticità risultando più fragile.
L’infragilimento però può anche essere causato da una drastica diminuzione del livello di umidità dell’ambiente nel quale, a causa delle sue proprietà igroscopiche, la carta rilascia anche la poca acqua presente in mezzo alle proprie fibre di cellulosa che si restringono portando ad una perdita di elasticità e a una maggiore rigidità del foglio che, quindi, si spezza molto più facilmente.
Oltre all’umidità presente nell’ambiente, è buona norma tenere sotto controllo sia la temperatura che le radiazioni a cui è sottoposto il materiale che stiamo conservando. La prima ha un ruolo fondamentale nelle reazioni che coinvolgono la struttura stessa della carta dato che maggiore è il calore presente in un determinato ambiente e più veloce sarà il degrado a cui si andrà incontro, ma non solo.
La temperatura influisce sull’umidità relativa diminuendo al suo aumentare ed è un parametro molto importante per lo sviluppo di microrganismi patogeni per libri e documenti.
Per ultime, ma non meno dannose, è necessario citare le fonti luminose come fonte di deterioramento della carta. Queste sono composte da quello che viene definito spettro elettromagnetico nel quale troviamo delle radiazioni con diversa frequenza. Andando da quella più bassa a quella più alta abbiamo: onde radio, radiazioni infrarosse, luce visibile, radiazioni ultraviolette, raggi X e raggi gamma.
Le radiazioni che interessano il degrado della carta si limitano a quelle infrarosse, alla luce visibile e a quelle ultraviolette dato che sono quelle che vengono assorbite dai materiali organici causando alterazioni chimiche che portano all’ingiallimento e all’infragilimento.
Questi tipi di radiazioni possono essere emesse sia dal sole che da altre fonti luminose artificiali come lampade ad incandescenza o tubi fluorescenti (anche se la maggior parte di radiazioni prodotte da queste fonti si limitano alla regione del visibile e solo in minima parte a quelle dell’ultravioletto ed infrarosso) ed è quindi molto importante controllare la luce incidente sul materiale cartaceo se questo è esposto e non conservato in scatole di cartone ed è particolarmente vicino a finestre o fonti luminose troppo intense.
Si può comprendere quindi che per la conservazione di libri e documenti, antichi o meno, è necessaria una periodica manutenzione ed un costante controllo della stanza che noi abbiamo adibito a biblioteca o archivio il quale deve sottostare a determinati parametri ambientali di temperatura e umidità per prevenire costosi danni al nostro patrimonio.