Davvero è allarme legionella o si tratta solo di casi sporadici?
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Allarme legionella: tutto quello che devi sapere per non correre rischi

La notizia è di poco tempo fa: 31 casi di legionella diagnosticati nella città di Parma con due conseguenti decessi. Non si deve certo fare allarmismo, anche perché dopo quegli eventi la situazione sembra essere rientrata, ma abbassare troppo la guardia sarebbe comunque un errore. Eppure non tutti sanno di cosa si tratti, non tutti conoscono la legionella e come difendersi da un eventuale contagio, come farla diagnosticare, quali sono i sintomi e come si cura. In questo post puoi trovare tutte le notizie che ti servono per conoscere meglio questa patologia e per difenderti dal suo contagio. Andiamo con ordine.

 

Cos’è la legionella

 

shutterstock_302169239-1La legionella è una patologia, un’infezione che viene trasmessa da un batterio. Il nome corretto della patologia è legionellosi, o più spesso conosciuta con il nome di malattia del Legionario. Questo nome le fu attribuito nel lontano 1976 quando si diffuse un’epidemia tra i partecipanti al raduno della Legione Americana al Belleuve Stratford Hotel di Philadelphia. Ben 221 partecipanti contrassero la malattia e in 34 non sopravvissero. Ma cosa aveva causato questo contagio? Il batterio Legionella pneumophila, un batterio che causa un’infezione con sintomi molto simili alla polmonite. Esistono ben 50 specie diverse di questo batterio con 71 sierotipi. Il batterio della legionella si trova  negli ambienti acquatici, sia in quelli naturali che in quelli artificiali, quindi dai laghi alle sorgenti, così come dalle terme alle piscine che abbiano una temperatura che oscilli tra i 20 e i 45 gradi centigradi.

 

Come si contagia la legionella

 

legionella2Ovviamente, sebbene il batterio sia presente nelle acque non dobbiamo entrare nel panico e rinchiuderci in casa, anche perché come vedremo non è una garanzia se non si effettuano gli adeguati trattamenti per evitare la diffusione del batterio. Il contagio avviene per inalazione, ciò significa che il batterio si propaga anche per via aerea. Le vie di contagio più frequenti sono comunque quelle respiratorie, per cui il batterio può essere inalato, aspirato o respirato tramite particelle nebulizzate, per intenderci come avviene quando si fa l’aerosol, ma anche con particelle ricavate da essiccamento.

Per contagiare un individuo occorre quindi che vi siano in primis delle particelle d’acqua che contengano il batterio. Come si ottengono queste goccioline? Per esempio facendo una normale doccia, dove le gocce d’acqua si infrangono su una superficie solida e danno origine alle particelle, oppure con acqua spruzzata, vaporizzata e, appunto, nebulizzata, quindi anche durante una sessione di aerosol o inalazione alle terme. Più le particelle d’acqua sono piccole, più diventano pericolose. Non ci si contagia la malattia tra persone, come può invece accadere per il raffreddore.

Non tutti contraggono la legionella anche se esposti a rischio, ovviamente ci sono dei soggetti più predisposti di altri, come quelli con un sistema immunitario compromesso da qualche altra patologia o le persone anziane. A influire sul contagio però è anche l’esposizione al batterio, quindi per quanto tempo si è stati esposti alle particelle d’acqua infette, e dal tipo di aggressività del ceppo a cui si è esposti.

 

Quali sono i sintomi della legionella

 

I sintomi della legionella non sono sempre facilissimi da diagnosticare perché si possono assomigliare a quelli di una banale influenza in principio. Ci sono due forme in cui la malattia si sviluppa, forme con sintomi simili ma con decorso differente: la febbre di Pontiac, una forma meno grave della malattia e di più facile cura, e la Malattia del legionario o legionellosi vera e propria che sovente induce a una forma di polmonite acuta. Per quanto riguarda la febbre di Pontiac, i sintomi sono del tutto simili a quelli di una normale influenza: l’incubazione è di 24-48 ore e non vi sono complicazioni polmonari. Si possono ravvisare mal di testa mal di gola (con arrossamento) stanchezza e dolori generali, malessere, febbre, vertigini, nausea e diarrea, tosse, fastidio per fonti luminose. Questa forma si tratta con normale antibiotico e ha un decorso benigno.

legionella3La legionellosi, invece, ha delle complicanze che possono avere anche la morte come esito, ma non si tratta comunque di un evento comune. Questa ha un’incubazione che può andare dai 2 ai 10 giorni e si presenta fin da subito con interessamento polmonare infettivo. Tra i sintomi la febbre, dispnea, dolore al torace, tosse con secrezioni, cianosi. Nelle forme più lievi si osserva un esordio con febbre, tosse secca, dolori articolari. A essere rischiosi sono però le complicazioni: insufficienza respiratoria, porpora trombocitopenica, insufficienza renale, shock, coagulazione intravasale disseminata. Per la corretta diagnosi ci si deve assolutamente basare non solo su un esame clinico obiettivo ma su esami di laboratorio specifici. Anche in questo caso il trattamento è a base di antibiotici.

 

Si tratta davvero di allarme legionella?

 

Come per tutte le patologie la regola è sempre la medesima: prevenire è meglio che curare e  in questo caso fare attenzione a non contrarre il batterio è di fondamentale importanza. Purtroppo non sempre la cosa è facilissima perché il rischio di contagio esiste soprattutto quando si viaggia e si pernotta negli hotel. E in questi casi come ci si può difendere? Certo, se fosse possibile si potrebbe optare per evitare di fare la doccia, ma questo, purtroppo, non è sufficiente perché la legionella può essere veicolata anche dai condizionatori dell’aria. Può essere invece una buona norma controllare che gli hotel in cui si pernotta abbiano effettuato i controlli e la manutenzione dell’impianto idrico e di riscaldamento secondo il calendario e che tutto sia in regola.

legiosMa a essere esposti a rischio non sono solamente i viaggiatori, anche chi non esce di casa può contrarre il batterio, lo dimostrano perfettamente i casi che si sono verificati a Parma lo scorso ottobre. Niente allarme legionella però, si è trattato di casi che non hanno raggiunto un numero tale da far pensare a un’epidemia, sebbene a Parma si sia mossa l’unità di crisi composta dalle aziende sanitarie dell’Emilia Romagna. Ma vediamo cosa è accaduto nel dettaglio.

Nel giro di una settimana si sono verificati ben 14 casi di legionella, casi che sono appunto, in quel lasso di tempo, raddoppiati. Si è poi arrivati anche a delle conseguenze tragiche, come la morte di una donna di 86 anni e di una di 77. Nonostante l’intervento tempestivo dei medici, l’età delle donne ha portato a questo esito. Ovviamente, per quanto la legionella possa avere anche la morte come esito, non si deve perdere la calma ed entrare nel panico anche perché al momento la situazione è rientrata alla normalità. Negli ultimi mesi non si sono registrati altri casi e tutta l’area di Montebello a Parma è stata bonificata. Per tale motivo anche il sindaco stesso ha invitato la cittadinanza tutta a non fomentare psicosi, disponendo un un’unità atta a rispondere a tutte le domande dei cittadini e agli eventuali dubbi.

 

Come si previene la legionella

 

Ma veniamo alla parte che forse preme di più: come evitare il contagio per mezzo della prevenzione. Va detto che se si viaggia l’unica arma che abbiamo a disposizione è quella illustrata nel precedente paragrafo, ovvero controllare che la struttura presso la quale si alloggia rispetti tutti gli standard igienico sanitari. Stesso discorso vale se frequentiamo un centro termale, assicurarsi che tutto sia a norma e che siano stati effettuati gli appositi controlli alle acque.

legionella4Nella propria abitazione, invece, il discorso cambia. Molto può essere fatto per prevenire il contagio della legionella. Per prima cosa si deve appurare che l’impianto di riscaldamento e di umidificazione dell’aria siano stati realizzati e progettati a norma, dato che è proprio questo uno dei canali di diffusione del pericoloso batterio. Una buona abitudine è quella di far scorrere l’acqua prima di utilizzarla (questo è un comportamento da mettere sempre in atto quando si soggiorna fuori casa), ma facendo ben attenzione a tenersi a debita distanza e comunque a non respirare e inalare le particelle d’acqua, ci si può, al caso, anche coprire la bocca e il naso con un panno o una mascherina. I rubinetti devono sempre essere igienizzati.

 

Cosa fare se si sospetta di essere a rischio contagio

 

Se si abita in una zona dove sono stati rilevati dei casi di legionella, la cosa migliore da fare è accertarsi di non essere potenzialmente a rischio contagio. Ovviamente un controllo agli impianti di riscaldamento e umidificazione domestica, nonché alle tubature, non è una cattiva idea anche se non si vive in zone giudicate a rischio o dove si sono verificati dei casi di contagio. Quindi, se si abita in una casa che non fa parte di un condominio e dove non vi sono zone comuni, si può decidere autonomamente di chiamare un’impresa di disinfestazioni che si occupi anche di sanificazione e bonificazione da legionella, senza doversi consultare con gli altri condomini. I professionisti che verranno a casa potranno effettuare accurati controlli in tutti gli habitat favorevoli alla prolificazione del batterio e se dovessero constatarne la presenza verranno attuate tutte le procedure atte all’eliminazione dello stesso.

Se si abita in un condominio, invece, dovranno essere controllate le tubature, o eventuali serbatoi dell’acqua e gli impianti di riscaldamento comuni. In questo caso occorrerà accordarsi con gli altri condomini dato che si dovrà intervenire anche nelle aree comuni.

 

Niente psicosi da legionella

 

Dopo aver fatto chiarezza su quanto accaduto a Parma e su come si manifesta e si contagia la legionella, va da sé che non c’è motivo di psicosi. Basta una corretta informazione per capire che non è in corso nessuna epidemia e non si deve quindi andare nel panico. A ogni modo ci si può organizzare per un’azione preventiva nella propria abitazione appunto per vivere più serenamente, ma sono decisamente da evitare degli spropositi come quelli accaduti pochi mesi fa quando diverse persone si sono presentate al pronto soccorso per poche linee di febbre dovuta a una normalissima influenza.

 

 

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